IL
GRAFFIO DEL VIAGGIATORE
Per
scrittori anarchici …completamente liberi
Anno
3 – Numero 47 – Dicembre 2018
Continuiamo a raccontarvi la Storia della Birmania con Carlo Amato...
IL GRAFFIO DI DICEMBRE
INWA-SAGAING-MINGUN-MANDALAY (280 km)
INWA
Insieme ai nomi di Innwa o Ava, la città fu anche chiamata Ratnapura che significa "Città delle gemme". Nel 1636, il re birmano di Taungoo decise di trasferire la capitale in Inwa. Quindi, nel 1752, Inwa fu licenziato a causa della rivolta di Mon contro il dominio birmano. Diversi anni dopo, il re della dinastia Konbaung sconfisse il lunedì e ristabilì la corte a Inwa. Quando gli inglesi occuparono il Myanmar inferiore, dopo la seconda guerra anglo-birmana, il Myanmar superiore fu popolarmente chiamato Regno di Inwa quindi, durante il regno del re Bagyidaw (1819-1937), la Corte fu trasferita di nuovo a Inwa nel 1823. Quando arrivò il terribile terremoto del 1839, la vecchia capitale imperiale fu completamente danneggiata e alla fine fu abbandonata. Oggi sono rimasti diversi resti delle imponenti mura e di altri monumenti dell’antica capitale, come la Torre di Guardia, meglio nota come Torre Pendente, per la sua inclinazione.
In calesse ci dirigiamo ad Inwa. Prima di partire siamo letteralmente assaliti da un nugolo di venditori di souvenirs che con un’ insistenza a volte fastidiosa ci offrono le loro merci.
Buon viso a cattivo gioco… La più accanita delle venditrici ci segue in bicicletta! Incredibile! Il mezzo di trasporto non è dei più confortevoli ma siamo abituati in quanto in altre nazioni l’ abbiamo usato.
Il panorama che si snoda ai nostri occhi è prettamente agricolo ma a volte intervallato da qualche candida pagoda. Arriviamo al:
Buon viso a cattivo gioco… La più accanita delle venditrici ci segue in bicicletta! Incredibile! Il mezzo di trasporto non è dei più confortevoli ma siamo abituati in quanto in altre nazioni l’ abbiamo usato.
Il panorama che si snoda ai nostri occhi è prettamente agricolo ma a volte intervallato da qualche candida pagoda. Arriviamo al:
Il monastero, che fu costruito con 267 pali giganteschi in legno di teak, ha una struttura di grandi dimensioni: 57 metri di altezza e 31 di larghezza. Questo magnifico monastero usurato dalle intemperie si trova nel mezzo di ampie risaie, con palme, banani e cespugli verdi spinosi raggruppati in abbondanza attorno alla sua base ombrosa.
Il monastero è decorato con splendide opere architettoniche birmane come sculture, arabeschi floreali, ornamenti con figurine curve e rilievi di uccelli e animali, nonché piccoli pilastri decorati sul muro.
Il monastero è decorato con splendide opere architettoniche birmane come sculture, arabeschi floreali, ornamenti con figurine curve e rilievi di uccelli e animali, nonché piccoli pilastri decorati sul muro.
Monastero in mattoni ben conservato della dinastia Konbaung, noto anche come Brick Monastery, è un edificio ben conservato decorato con intricate sculture in stucco. Fu costruito dalla regina Me Nu, moglie del re Bagyidaw della dinastia Konbaung nel 1818 e mentre a quei tempi era consuetudine costruire monasteri in legno che però spesso venivano distrutti da incendi o sono stati molto danneggiati, pertanto questo monastero fu fatto in mattoni ma nello stesso stile dei monasteri in legno del suo tempo. Ha un tetto a più livelli e le sue decorazioni in stucco sembrano sculture in legno come quelli dei monasteri in legno.
Due grandi Chinthes, i leoni mitologici birmani, proteggono l'ingresso, come nel caso della maggior parte dei templi birmani ed intorno sono presenti numerosi stupa bianchi di diverse dimensioni sormontati da hti dorati. Il monastero fu danneggiato durante il grande terremoto del 1838 e fu rinnovato quattro decenni dopo.
Due grandi Chinthes, i leoni mitologici birmani, proteggono l'ingresso, come nel caso della maggior parte dei templi birmani ed intorno sono presenti numerosi stupa bianchi di diverse dimensioni sormontati da hti dorati. Il monastero fu danneggiato durante il grande terremoto del 1838 e fu rinnovato quattro decenni dopo.
Proprio di fronte al monastero c'è la Pagoda Htilaingshin, imbiancata a calce e sormontata da uno stupa rivestito di foglia d'oro; risale al periodo di Bagan. Sorge su un basamento a cui è necessario accedere a piedi nudi.
Continuiamo verso Sagaing dove pranziamo in un caratteristico ristorante.
SAGAING
Situata sulle rive occidentali del fiume Irrawaddy, di fronte a Inwa e 21 chilometri a sud-ovest di Mandalay, Sagaing è un'altra delle antiche capitali del Myanmar, famosa per le sue centinaia di pagode e monasteri bianchi, argento e oro che punteggiano il suo paesaggio collinare. Questa città è un importante centro religioso, vera e propria città santa che ospita numerosi monasteri, con più di 6000 monaci. Pranzo al ristorante Min Wun Walley che ci offre una vasta gamma di piatti birmani. Da notare gli accendisigari appesi e avvicinabili a strappo!
Una parentesi simpatica: lungo la strada una sfilata di camioncini zeppi di ragazzi e ragazze che accompagnati da una musica moderna diffusa da giganteschi altoparlanti si lasciano andare a balli frenetici! Anche Umberto del nostro gruppo si inserisce nel ballo! Altra parentesi simpatica: invito un altissimo turista australiano di nome Mal a inviare un saluto alla nostra Italia! Speriamo bene….
Si prosegue per il villaggio di Mingun.
MINGUN
e le grandi costruzioni del re megalomane
Se non
fosse stato per il re Bhodawpaya nessuno oggi conoscerebbe questo
paesino.
PAGODA
DI MINGUN
Nelle
intenzioni del re Bhodawpaya questa doveva essere la pagoda più
grande del mondo.
Secondo il progetto finale, su una base
rettangolare di 50 metri x 70 si doveva elevare al cielo uno stupa
alto 150 metri. Ma fu costruita male, mettendo strati paralleli di
mattoni uno sopra l’altro senza incastri né connessioni in grado
di dare stabilità all’immane costruzione. Oltretutto, la pagoda
rimase incompiuta a un terzo dei lavori, perché il re megalomane
aveva esaurito le risorse finanziarie. Il colpo finale glielo diede
il disastroso terremoto del 1838, che provocò crolli e crepe in
diverse parti della struttura, rischiando di ridurla a una montagna
di mattoni. Del mastodontico parallelepipedo che oggi rimane in
piedi, colpisce la grandiosità e il biancore degli ingressi.
La cosa
che fa più impressione non è la pur imponente e maestosa struttura,
quanto la sua fragilità di fronte alla potenza dei terremoti che
sono riusciti a “trafiggerla” e le cui tracce a forma di fulmini
sono più che evidenti. Resta comunque un monumento di grande
suggestione. Vicine alla pagoda erano state poste due enormi statue
di leone, altro esempio della megalomania del re Bhodawpaya, che
quando erano integre avevano la testa rivolta verso il fiume.
Oggi di
queste rimane in piedi solo il gigantesco…. “fondoschiena”,
che tutti si affrettano a fotografare.
Ora una curiosità:
LA CAMPANA DI MINGUN
Una enorme campana bronzea di 90 tonnellate e 4 metri d’altezza, tutt’ora in grado di suonare.
Una foto e un video ricordo davanti all’enorme è d’obbligo. I birmani dicono che è la campana più grande del mondo, ma ne esiste una nel Cremlino di Mosca di dimensioni maggiori, 216 tonnellate, denominata la “ZARINA DELLE CAMPANE”.
Quella russa però non suona in quanto durante un incendio scoppiato nel 1737, un grosso pezzo di 11,5 tonnellate si staccò mentre era ancora nella fossa di colata..(……) Accanto alla campana gruppi di bambini saltellano nella speranza che gli diate qualcosa: biscotti, matite o shampoo.
Continuando la visita e si rimane quasi abbagliati dal riflesso bianco della grande:
PAGODA BIANCA HSINBYUME
Fatta costruire dal re Bhodawpaya e dedicata all’amata consorte Hsinbyume. Somiglia a una enorme torta di panna montata, ma ha un effetto incredibile, soprattutto nel tardo pomeriggio quando i raggi del sole filtrano tra le statue ai lati della scalinata che porta alla sommità.
Dall’alto si gode un bellissimo panorama della foresta, della Pagoda di Mingun e del fiume.
Si torna a Mandalay in motonave, mentre le ombre della sera calano sul fiume Ayeyarwaddy.
-“Il fiume Ayeyarwaddy”-
Il fiume che scorre da nord a sud attraverso tutto il Myanmar è il più grande del paese e la più importante via navigabile commerciale. Originato dalla confluenza dei fiumi N'mai e Mali, scorre relativamente in linea retta Nord-Sud prima di sfociare attraverso il Delta dell'Irrawaddy nel Mare delle Andamane. Il suo bacino di di circa 404.200 chilometri quadrati copre gran parte del Myanmar. Dopo il poema di Rudyard Kipling, viene talvolta chiamato " La strada per Mandalay ". Già nel VI secolo, il fiume era utilizzato per il commercio e i trasporti e avendo sviluppato una vasta rete di canali di irrigazione, il fiume divenne molto importante per l' Impero britannico quando ebbe colonizzata la Birmania. Il fiume è ancora vitale oggi, poiché una quantità considerevole di merci (di esportazione) e traffico si sposta lungo il fiume e il riso viene prodotto nel suo delta. Fonte Wikipedia
Durante la traversata la nostra simpatica guida Zaw Min Oo, fornito di attrezzatura audio, si lascia andare in un simpatico karaoke cantando canzoni italiane. Ci spiega poi che suona la chitarra e la tastiera e ama molto la nostra musica e ha imparato l’ italiano proprio ascoltandola. Approdiamo quando è già notte in un caratteristico porticciolo e dopo ci trasferiamo all’ Hotel Hilton, si proprio un Hilton! Wow! Nella hall un grande albero di Natale!
Carlo Amato
Tutti
coloro che vogliono intervenire con un loro pensiero, argomento,
articolo di viaggio e non, sono invitati calorosamente a farlo. Sarà
pubblicato sul prossimo numero del Graffio del Viaggiatore.
Grazie mille
Grazie mille
PROGETTI PER LA VITA
Camminare presto in montagna.
MUSICA PER CHI VUOLE VEDERE
provate a stargli dietro a cantare
Pensandoci bene forse dopo la pandemia, forse avrò più solidarietà all'estero come italiano che al sud come lombardo...da riflettere, prima o poi una decisione finale l'ha dovrò prendere.
ANGOLO
DELLA BATTUTA
Per
dimenticarci di essere seri
ATTENZIONE ATTENZIONE ULTIMA ORA DEL CORONAVIRUS
Lochness:" finalmente posso uscire senza nessuno che mi rompa i coglioni!
Ivan Ske
Raccoglieremo spesso quello che si semina,
razionando male forse quello che si predica,
il mondo piange sangue sopra vittime Innocenti,
nascosti Nell'oblio di personaggi negligenti,
nuvole di fuoco ormai qua bruciano nel panico,
mentre gli avvoltoi nella politica dilagano,
strafatti di notizie che tartassando la mente,
scopriamo di esser fragili di fronte a ste sentenze,
aiutaci signore adesso non ci abbandonare,
gli sbagli a volte insegnano,
ma a volte fanno male,
sconfiggi questo essere invisibile a sti occhi,
non lasciare che ci prenda,
non lasciare che ci tocchi,
la fuga non è un gioco,
ma un ennesimo pericolo,
che si prende dentro a un vuoto che dal sapore sembra insipido,
ce la faremo si,
ma sto tempo sarà giudice,
ma lo sporco non si lava,
se poi avete mani sudicie.
Pino Bramante
I
AM STILL FREE
I sogni e i progetti di chi non vuole smettere di correre...
Scriviamo e lasciamoci andare sempre e ovunque…
L'uomo impegnato nel servizio devozionale si libera dalle conseguenze buone o cattive dell'azione in questa vita stessa. Sforzati dunque di apprendere lo yoga, che è l'arte dell'agire.
B.G. 2.50
IL
MURO
IL DOLORE PIÙ GRANDE PER UN VIANDANTE È TROVARSI DI FRONTE AD UN MURO AL DI LA DEL QUALE NON PUÒ ANDARE.
IL DOLORE PIÙ GRANDE PER UN VIANDANTE È TROVARSI DI FRONTE AD UN MURO AL DI LA DEL QUALE NON PUÒ ANDARE.
Triathlon a secco:
tira gli elastici contro il muro, li porti versi il basso, così stimoli la parte più importante del nuoto, quello che ti sviluppa il tricipite.
A.R.
IL
VIAGGIO IMMAGINARIO
IL VIAGGIO IMMAGINARIO È QUELLO CHE HAI SEMPRE SOGNATO E CHE NON HAI MAI REALIZZATO ...
QUELLO CHE PRENDE FORMA DI NOTTE E AL RISVEGLIO SI DISSOLVE NELLA MENTE ...
MA IL VIAGGIO IMMAGINARIO È ANCHE QUELLO DENTRO NOI STESSI
SENZA DUBBIO IL VIAGGIO PIU PERICOLOSO ED AFFASCINANTE SI POSSA FARE ...
QUELLO CHE SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE QUALCOSA CHE NON VA IN TE ...
SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE STRADE NUOVE ... STRADE CHE PERCORRI CON CORAGGIO E TI CAMBIANO LA VITA ...
UN VIAGGIO CHE TI DA UNA FORZA MAI AVUTA PRIMA ... CHE APRE PORTE IMPOSSIBILI ...
SCONFIGGE ANTICHE PAURE ... E CI AIUTA A CAMBIARE ... A MIGLIORARE
LASCIAMOCI ANDARE AL NOSTRO VIAGGIO IMMAGINARIO ...
MA NON è BISOGNA VOLERLO!
https://www.youtube.com/watch?v=GdxUIZOzd5E&feature=share10
Il Viaggio Immaginario di Ivan Ske
VIAGGIO SULLA LUNA
Ascolto Virgin Radio con piacere e nella pubblicità sento un inserzione molto attraente: parla di un concorso per vincere un volo nello Spazio. Con incoscienza e con aria di insufficienza partecipo al gioco, senza nessuna speranza. Dopo un paio di giorni mi arriva un'email per recarmi all'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a Roma. All'inizio pensavo ad uno scherzo, è impossibile figurati proprio a me, invece era un'email certificata con tutti i contatti e requisiti ufficiali. Li chiamo per non partire a vuoto e mi confermano che mi stanno aspettando per le visite mediche e l'allenamento minimo richiesto per volare nello Spazio.
Parto con entusiasmo per Roma senza fare neanche la valigia, talmente sono eccitato.
All'entrata della ASI mi sorprende la scritta:
La strada che porta allo spazio passa per il nostro Paese.
Mi presento e mi accolgono come fossi una "star".
Poi mi mostrano il programma: Viaggio nello Spazio e allunaggio sulla Luna con passeggiata finale.
No, non ci posso credere, andrò sulla Luna! E non è un sogno, è tutto vero!
Continuano a parlarmi del programma, ma io ho la testa altrove...sopra le nuvole...quando un particolare attira la mia attenzione, rimango colpito e infastidito perché io non voglio partire dalla famosa base americana Cape Canaveral. Non voglio mettere piede in quella terra che puzza di zolfo, la terra del diavolo. Chiedo se è possibile partire dalla base spaziale russa, il cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan e mi informano che la Virgin appunto sta facendo questi voli per sfidare la nuova Russia, è la nuova guerra fredda tra i due Stati. Vado su tutte le furie e loro increduli, non possono credere ai loro occhi veramente, ho appena vinto un volo sulla Luna e pensano che stia scherzando, invece non sono mai stato più serio di così in tutta la mia vita e loro blaterano qualcosa del genere: "Ma ormai è tutto pronto, non ti puoi ritirare e lasciarci senza passeggero". Non voglio sentire storie e alla fine non mi convincono, ma gli propongo mio fratello, quel filo americano di merda. Senza pensarci due volte accettano e chiamo mio fratello che in un battibaleno si precipita a Roma.
Il giorno del lancio è seguito in diretta da tutte le televisioni internazionali, una propaganda assurda, quasi vomitevole, ma lo guardo con interesse. Sono contento di aver regalato questa esperienza e immensa emozione a mio fratello.
Si accendono i motori del nuovissimo razzo americano, ormai lo shuttle rimarrà solo esclusivamente nella nostra Storia, ora questo super veicolo è l'eccezione e all'avanguardia della tecnologia moderna. Un singolo volo costa 50 milioni... ed io, da buon comunista, ho rinunciato per il bene della popolazione mondiale.
Il countdown è sempre molto coinvolgente. Mi alzo in piedi dal divano e conto alla rovescia con grande trepidazione: 10-9-8-7-6-5-4-3-2-1 Go! Dopo l'enorme esplosione, il frastuono assordante, il rosso accecante del fuoco che si sprigiona attorno, il razzo parte in quota ad una velocità impressionante tra la gioia e i salti della mia famiglia.
E' troppo emozionante e non posso tirami indietro ai festeggiamenti in casa, tra le lacrime di felicità di mia madre, la quale si volta verso di me e con lo sguardo mi ringrazia... non sa quanti fratelli l'avrebbero fatto...gli leggo negli occhi lucidi.
Rimango in contatto via radio con mio fratello che ormai ha superato l'atmosfera e si ritrova nel buio più assoluto dello spazio, non nega che dopo lo spavento iniziale, ora è su di giri. Rimane incollato all'oblò a guardare in basso la Terra che si rimpicciolisce sempre di più. "E' bellissima vederla da quassù con i suoi colori: bianco, verde, marrone e l'azzurro prevalente.
E' una sensazione strana, mai provata finora ovviamente, la mancanza di gravità, fluttuare nella navicella spaziale non è da tutti i giorni, all'inizio ti ritrovi spaesato, non sai neanche come muoverti, anche dopo mille ore di preparazione, non è mai come provarla direttamente nello Spazio. E' come una nuvola che ti solleva e ti trasporta delicatamente in cielo. L'aurora boreale, il suo raggio verde vista dall'alto è meravigliosa... mi sembra di sognare.
Ha un piccolo sussulto quando capita dall'altro oblò a vedere l'infinito assoluto del cosmo, il vuoto, il nero più scuro che mai, il mistero dell'universo... non puoi fare altro che fermarti a riflettere, cosa ci sarà oltre?
In orbita i muscoli perdono il calcio e ti allunghi di 5cm, se sollevi 20kg ti potresti rompere il femore, ma siamo costretti a fare degli esercizi fisici.
Il viaggio sulla Luna dura 4 giorni e il mangiare liofilizzato non è il massimo della bontà. La cosa più sorprendente è vedere l'acqua galleggiare. Dormire sul materasso con dei cuscini è praticamente impossibile nello Spazio, si fluttua e così anche le lenzuola e il materasso, non si può dormire così, non importa dove dormi, puoi farlo sul soffitto perché non si rischia di fare su e giù e si dorme in verticale.
Ormai ci stiamo avvicinando alla Luna, si vedono molto bene i suoi crateri grigio scuro, fanno molta impressione.
Siamo molto fortunati, riusciamo a vedere la Terra piena, di solito è uno spettacolo vedere dalla nostra Terra la Luna piena, ma viceversa fa un effetto veramente straordinario.
Ci dirigiamo verso il Mare della Tranquillità per poter allunare senza conseguenze. Vedere l'ombra del nostro ragno metallico ingrandirsi sempre di più e tutto ad un tratto bloccarsi al suolo lunare ti fa mancare il respiro, è l'operazione più pericolosa della missione ed ovvio un po' di apprensione, ma nello stesso tempo hai un'adrenalina a mille, quasi non riesco neanche a chiudere e a sbattere le palpebre talmente sono sbalordito. Quando il comandante dà l'ok dell'allunaggio alla base scoppio a piangere dalla contentezza... e ancora manca il bello. Indosso la tuta lunare che pesa 90 kg che senza la gravità il peso percepito è quello di circa 15kg, come per esempio il mio corpo di 80kg ne pesa 14. In totale peso circa tra i 30 e i 35kg. e camminare sulla Luna è difficilissimo. Scendo la scaletta e vedo la polvere scura e non vedo l'ora di lasciare la mia prima impronta sulla Luna.
E' tutto il Viaggio che penso ad una bella frase d'effetto, come fece Neil Amstrong, ma rimango senza parole, non ci sono parole per spiegare quello che si prova. E' un'emozione fortissima non vedere il cielo azzurro, ma il nero, tutto questo nero, fa davvero paura, è qualcosa di diverso della nostra notte perché qui ci sono miliardi di stelle che non si vedono. Non è bello per niente, cento volte meglio il nostro pianeta. All'ultimo scalino tentenno prima di scendere, ho paura dell'effetto della mancata gravità, anche se ormai dovrei essere abituato sul razzo, ma essere rinchiuso lì dentro è diverso, trovarsi fuori e appoggiare il primo piede e sapere che si galleggia è tutt'altra cosa. Prendo coraggio e scendo dalla scaletta e sono con i piedi per terra e ops sulla Luna!
Che sensazione meravigliosa, i primi passi li faccio saltellando perché non riesco a camminare normalmente. Mi guardo attorno e sembra un deserto, non c'è altro che sassi, sabbia polverosa e grandi massi con queste montagnette grigie, tutto grigio, non ho mai visto grigio nella mia vita e mai e poi mai potevo pensare che la mia esperienza più bella della mia vita fosse tutto questo grigiore.
E' incredibile c'è ancora la bandiera americana piantata dopo 50 anni."
Se ci fossi stato io al posto di mio fratello, giuro gli avrei dato fuoco...ah chissà se si accende il fuoco qui... non ce l'ha mai detto nessuno.
"Viene quasi spontaneo ad ogni passo canticchiare un motivetto stupido, da bambino, questa Luna non è affatto lunatica, anzi ti mette di buon umore.
Scavando leggermente o picchiettando con un semplice martello si scopre una Luna diversa, di color arancione, come se tutto questo grigio, non è altro che la polvere dei meteoriti, che cadono qui ricoprendo tutto il suolo lunare...chissà se sottoterra, eh scusate, sottoluna esiste davvero un'altra civiltà, soltanto che i nostri occhi materiali non riusciranno mai a scorgere.
Come nelle più belle spiagge del mondo raccolgo le conchiglie, qui sulla Luna mi porto a casa come souvenir, un pezzo di pietra...una pietra lunare."
The dark side of the moon è il posto più silenzioso del nostro sistema solare perché non arrivano le nostre onde magnetiche dalla Terra, è ancora l'unico luogo nell'universo inesplorato.
Al ritorno mio fratello mi si avvicina all'orecchio e invece di ringraziarmi mi dice: "Tu potresti avere attraversato deserti, cavalcato oceani, ammirato fantastiche spiagge tropicali, ma io sono stato nello Spazio e ho camminato sulla Luna!
COSE
STRANE DAL MONDO
LE FOTO DI IVAN SKE
Ramsar, Mar Caspio, Iran
ANGOLO
DEI LIBRI
INVITO ALLA LETTURA
di Ivan Ske
Hermann Hesse
Narciso
e Boccadoro
C'erano due uomini nel convento, che attiravano il cuore di Boccadoro, che gli piacevano, che occupavano i suoi pensieri e per i quali sentiva ammirazione, affetto e rispetto: l'abate Daniele e l'assistente Narciso. L'abate Daniele gli sembrava quasi un santo: la sua semplicità e la sua bontà, il suo sguardo chiaro e pieno di sollecitudine, il suo modo di comandare e governare, umile come se prestasse un servizio, i suoi gesti calmi e buoni, tutto questo l'attirava straordinariamente.
una
grande energia sorridere
mangiare
il mondo correre all’orizzonte
ruggire
emozionarsi
Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di Gennaio
Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di Gennaio
e
ricordatevi sempre di chiudere gli occhi e di non smettere mai di
sognare ...
perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni ...
perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni ...
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