IL
GRAFFIO DEL VIAGGIATORE
Per
scrittori anarchici …completamente liberi
Anno
3 – Numero 42 – Luglio 2018
IL
GRAFFIO DI LUGLIO
CAMBOGIA
2002
Figlia
di mammà
Arriviamo
a Siem Rap dopo aver perso l’aero da Singapore e siamo seduti
comodamente alla reception dell’albergo, mentre ci massaggiano
dolcemente i polpacci. Ci voleva proprio un po’ di relax. Alla sera
usciamo e troviamo una capanna enorme con almeno una cinquantina di
persone intente a vedere una telenovela italiana, tradotta in
cambogiano da un’unica voce che interpreta tutti i personaggi, sia
maschili che femminili, in un minuscolo televisore, tutti insieme
appassionatamente a non perdersi nemmeno un’immagine. Non se ne
accorgono neanche della nostra presenza.
Dopo
ci fermiamo a rinfrescarci in un chiosco e dalla giungla spuntano
delle bambine, spinte dalle proprie madri dal vuoto assoluto. Sono
uscite così all’improvviso iniziando ad accarezzandoci il viso, le
nostre braccia pelose e impazziscono per i peli delle ascelle. Poi su
tutto il corpo fino a toccarci proprio lì, in mezzo alle gambe.
Andiamo via subito e torniamo a dormire in albergo stremati
dall’avventura singaporiana.
Il
giorno dopo andiamo a vedere le rovine di Angkor Wat.
Wow
che emozione incontrarsi con questi visi giganti, alberi millenari e
le scimmie arrampicarcisi sopra saltando da un ramo all’altro
ininterrottamente.
Alla
sera chiacchiero con due ragazzi, uno è il custode della pagoda,
dove vive. Con le loro moto ci portano in un locale a festeggiare e a
bere, è chiaramente un “ciulodromo”. Ci sono tutte le ragazze
con un numerino, una tristezza assoluta, le vedo tutte a far finta di
sorridere, quando in realtà sono tristissime. Passo il microfono al
mio autista e gli dico di sceglierne una... per lui. Tutto contento e
incredulo se la spassa nella stanza con la sua preferita. Sono
contento di averlo fatto felice.
Rimango
da solo con lui e mi porta a cantare al Karaoke, tutto soddisfatto e
pieno di gioia fino a tarda notte.
Il
giorno seguente ci portano in una palafitta immersa nella giungla in
una pace assoluta.
Tra
la terra rossa, ci sono due ragazze, presumo le figlie, a lavare la
soia. Vedo un uomo col bandana in testa e una donna con un due pezzi,
una fascia al seno e una gonna lunga. L’uomo ha il classico machete
a lavoro nell’orto, gli si avvicinano i nostri motociclisti e gli
chiedono qualcosa. Lui contentissimo si dirige in mezzo alla giungla
infinita e torna con una montagna di erba. La taglia col machete
senza problema e inizia a caricare cilum e pipe artigianali,
probabilmente fatte con le proprie mani. Noi sorpresi abbiamo
iniziato a fumare e a conoscerci. Per lui, l’erba è tutto: la
fumava, la beveva nel tè e se la mangiava persino. Sì avete capito
bene, la cucinava. Un vero e proprio erbivoro!
Torniamo
in città a tutta velocità per le strade sterrate, ad un tratto
sento un tonfo fortissimo e davanti a me vedo il mio amico buttarsi
giù dalla moto in corsa. Allucinato dall’erba aveva scambiato in
lontananza due elefanti di cemento bianchi e azzurri per le luci
della polizia. Assurdo, non ci posso credere che si è scaraventato
in terra per niente. Mi avvicino subito a lui e gli chiedo subito se
sta bene e cosa sia successo. Lo rincuoro facendogli vedere i due
finti elefanti e ripartiamo.
La
sera seguente il mio autista torna in albergo, figurati mi è venuto
a prendere per contraccambiare il mio favore. Mi avvisano che mi
cercava fin dal primo pomeriggio. Sono subito in sintonia con lui,
salgo sulla moto e via ancora dentro la giungla. Mi porta a casa sua,
tutta di legno, dalla sua famiglia che ha preparato la cena a base di
serpente, con la sua carne bianca...buono. Una semplice e umile
famiglia di cui non mi dimenticherò mai. Fuori dalla casa ci sono
altre tre persone, con loro dopo continuiamo a bere gin, poi in
nonchalance, il mio autista, tira fuori una scodella e inizia a
stendere cinque strisce di eroina bianca…super relax.
Tutto
questo perché gli ho offerto una zoccola e non vedeva l’ora di
sdebitarsi.
Mamma
mia che notte!
All’alba
mi riporta a dormire in albergo e io gli offro il letto invece di
dormire sul solito legno per terra in pagoda. Abbiamo dormito tutti
fatti con i piedi ognuno in faccia all’altro, ma non potevo
chiedere di meglio per entrare in contatto con la vita di strada
cambogiana.
Marco
L.T.
Tutti
coloro che vogliono intervenire con un loro pensiero, argomento,
articolo di viaggio e non, sono invitati calorosamente a farlo. Sarà
pubblicato sul prossimo numero del Graffio del Viaggiatore.
Grazie mille
ilgraffiodelviaggiatore@gmail.com
Grazie mille
ilgraffiodelviaggiatore@gmail.com
PROGETTI
PER LA VITA
Non
fare progetti, cosicché non ti illudi.
Ivan
Ske
MUSICA
PER CHI VUOLE VEDERE
Marco
L.T.
RIFLESSIONE
SULLA VITA
Prima
di pubblicare qualcosa e darla per certa, controllare prima tutte le
fonti.
Ivan
Ske
ANGOLO
DELLA BATTUTA
Per
dimenticarci di essere seri
Sai
qual è il colmo del corona virus?
Infettare
il principe di Monaco.
Ivan
Ske
VERSI
LIBERI
San
Andres, Colombia.
Sdraiato
sulla spiaggia
vedo
un aereo passarmi sul volto
non
è proprio un’idea saggia
ma
mi piace molto.
Ivan
Ske
I
AM STILL FREE
I sogni e i progetti di chi non vuole smettere di correre...
Scriviamo e lasciamoci andare sempre e ovunque…
Libero
di pensare quant’è sicura la Colombia e quant’è amabile il suo
Popolo.
Ivan
Ske
IL
MURO
IL DOLORE PIÙ GRANDE PER UN VIANDANTE È TROVARSI DI FRONTE AD UN MURO AL DI LA DEL QUALE NON PUÒ ANDARE.
IL DOLORE PIÙ GRANDE PER UN VIANDANTE È TROVARSI DI FRONTE AD UN MURO AL DI LA DEL QUALE NON PUÒ ANDARE.
Il
muro più grande è quando ti sbatti contro gli ottusi, con chi ha i
paraocchi per i cavalli, è impossibile da scavalcarlo.
Ivan
Ske
IL
VIAGGIO IMMAGINARIO
IL VIAGGIO IMMAGINARIO È QUELLO CHE HAI SEMPRE SOGNATO E CHE NON HAI MAI REALIZZATO ...
QUELLO CHE PRENDE FORMA DI NOTTE E AL RISVEGLIO SI DISSOLVE NELLA MENTE ...
MA IL VIAGGIO IMMAGINARIO È ANCHE QUELLO DENTRO NOI STESSI
SENZA DUBBIO IL VIAGGIO PIU PERICOLOSO ED AFFASCINANTE SI POSSA FARE ...
QUELLO CHE SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE QUALCOSA CHE NON VA IN TE ...
SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE STRADE NUOVE ... STRADE CHE PERCORRI CON CORAGGIO E TI CAMBIANO LA VITA ...
UN VIAGGIO CHE TI DA UNA FORZA MAI AVUTA PRIMA ... CHE APRE PORTE IMPOSSIBILI ...
SCONFIGGE ANTICHE PAURE ... E CI AIUTA A CAMBIARE ... A MIGLIORARE
LASCIAMOCI ANDARE AL NOSTRO VIAGGIO IMMAGINARIO ...
MA NON è BISOGNA VOLERLO!
https://www.youtube.com/watch?v=GdxUIZOzd5E&feature=share10
Il Viaggio Immaginario di Susy
IL
VERBO
Viaggio
con mio marito da sempre, visto che è un viaggio immaginario, sono
sola, ma non ho paura perché mi piace la comunicazione con i locali,
forse, anzi senza forse, viaggio solamente per i loro abitanti.
Sono appena sbarcata a New Delhi, arrivo in albergo abbastanza stanca dal Viaggio.
Prima di andare a dormire, non riesco a dimenticarmi l’entrata di quel tempio qui vicino, che appena sono scesa dal taxi, mi è rimasta impressa nella mente, come se mi stesse chiamando. Ne ho visti diversi in tutti i miei viaggi in India, però non so perché mi ha colpito nel profondo del mio cuore. Una vocina nella testa mi dice di fargli visita prima di andare a dormire. Ok decido che andrò giù a dargli un’occhiata e a farmi benedire il Viaggio. All’ingresso c’è un devoto che mi soffia la polvere del mandala appena distrutto sull’orecchio sinistro, mi avvisa che è l’orecchio dell’ascolto e della conoscenza. Non ci faccio caso, è una cosa comune in India.
Sono appena sbarcata a New Delhi, arrivo in albergo abbastanza stanca dal Viaggio.
Prima di andare a dormire, non riesco a dimenticarmi l’entrata di quel tempio qui vicino, che appena sono scesa dal taxi, mi è rimasta impressa nella mente, come se mi stesse chiamando. Ne ho visti diversi in tutti i miei viaggi in India, però non so perché mi ha colpito nel profondo del mio cuore. Una vocina nella testa mi dice di fargli visita prima di andare a dormire. Ok decido che andrò giù a dargli un’occhiata e a farmi benedire il Viaggio. All’ingresso c’è un devoto che mi soffia la polvere del mandala appena distrutto sull’orecchio sinistro, mi avvisa che è l’orecchio dell’ascolto e della conoscenza. Non ci faccio caso, è una cosa comune in India.
Alla
mattina seguente sono pronta a conoscere gli indiani. Mi sveglio e mi
sento un po' strana, non è il classico mal di testa, è una
sensazione che non ho mai provato prima. Scendo a fare colazione e
tutti i brusii intorno mi sembrano familiari, capto qualcosa che non
riesco a definire bene.
Mi arrivano le voci, come se capissi l’hindi, ma in un modo
disturbato, confuso. Non riesco a capire cosa mi stia succedendo, mi
siedo al tavolo e aspetto la gentilissima cameriera. In
inglese mi
chiede se preferisco il latte nel tè o solo col limone,
rimango in silenzio senza rispondere perché un
rumore mi distrae alla mia destra e appena mi volto il mio orecchio
sinistro capisce
benissimo le parole in Hindi della cameriera di fronte che sbotta
qualcosa. Mi
volto verso di lei sorpresa, ma non la capisco più. Mi sento
attonita. Non riesco a credere a quello che sto pensando, ma non mi
resta che provare ad ascoltarla con l’orecchio sinistro e la
comprendo benissimo come se fossi madrelingua.
Mi si allarga un sorriso piano piano pieno di gioia, non so ancora se sto sognando o è la realtà. Corro in strada felice, ma non posso non ringraziare il caro devoto. Torno da lui e appena apro becco per ringraziarlo, mi avvisa che mi stava aspettando e mi soffia la polvere magica in bocca e da grazie mi esce fuori “dhanyavaad”. Oh mio Dio ora parlo Hindi.
Faccio un bel respiro e non vedo l’ora di buttarmi in città. Al mercato passeggio tra le bancarelle ascoltando tutte le contrattazioni, non ne voglio perderne neanche una, continuo a camminare fino a che non sento un venditore che vuole imbrogliare una turista, intervengo col mio fluido hindi e lo imbarazzo talmente tanto che gli concede il vero prezzo. Esco dal mercato e mi ritrovo al parco ad ascoltare delle dolci parole tra due giovani amanti… Mi viene in mente mio marito, quanto mi manca.
Mi si allarga un sorriso piano piano pieno di gioia, non so ancora se sto sognando o è la realtà. Corro in strada felice, ma non posso non ringraziare il caro devoto. Torno da lui e appena apro becco per ringraziarlo, mi avvisa che mi stava aspettando e mi soffia la polvere magica in bocca e da grazie mi esce fuori “dhanyavaad”. Oh mio Dio ora parlo Hindi.
Faccio un bel respiro e non vedo l’ora di buttarmi in città. Al mercato passeggio tra le bancarelle ascoltando tutte le contrattazioni, non ne voglio perderne neanche una, continuo a camminare fino a che non sento un venditore che vuole imbrogliare una turista, intervengo col mio fluido hindi e lo imbarazzo talmente tanto che gli concede il vero prezzo. Esco dal mercato e mi ritrovo al parco ad ascoltare delle dolci parole tra due giovani amanti… Mi viene in mente mio marito, quanto mi manca.
Mentre
sono assolta nei miei pensieri, si avvicina una signora e mi invita a
bere un tè. Finalmente
posso chiederle tutte le cose che ho sempre voluto sapere sul suo
Paese, su come vivono, confrontarci, sentir la sua storia, parlare
anche delle cose più specifiche, più private, economiche,
politiche, insomma... su tutto!
Wow
l’India è
più Sacra di quello che immaginavo.
Non
vedo l’ora di tornare in Iran per poter finalmente comunicare con
la mia famiglia “adottiva” iraniana.
Sono
tutti contenti che conosco il Farsi, ma mi accorgo che
l’Iran è l’unico posto al mondo dove non c’è bisogno di saper
la lingua, perché il suo popolo, i Persiani, parlano col cuore.
COSE
STRANE DAL MONDO
LE FOTO DI IVAN SKE
LE FOTO DI IVAN SKE
Pesce secco a seccare che non fa nessuna puzza sulla Maricarmen. Rio delle Amazzoni
ANGOLO
DEI LIBRI
INVITO ALLA LETTURA
di Ivan Ske
INVITO ALLA LETTURA
di Ivan Ske
ELIZABETH
PISANI
INDONESIA
ECC.
VIAGGIO
NELLA
NAZIONE
IMPROBABILE
...Ho
comprato una mappa enorme dell’Indonesia, l’ho infilata nello
zaino insieme agli orari dei traghetti con servizio passeggeri, mi
sono lasciate alle spalle il frastuono e le comodità di Jakarta e
sono partita per conoscere meglio il mio Uomo Sbagliato.
una
grande energia sorridere
mangiare
il mondo correre all’orizzonte
ruggire
emozionarsi
Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di agosto
Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di agosto
e
ricordatevi sempre di chiudere gli occhi e di non smettere mai di
sognare ...
perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni ...
perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni ...
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