martedì 24 marzo 2020

LUGLIO 2018


           IL GRAFFIO DEL VIAGGIATORE

     Per scrittori anarchici …completamente liberi


Anno 3 – Numero 42 – Luglio 2018



                                    IL GRAFFIO DI LUGLIO

CAMBOGIA 2002

Figlia di mammà

Arriviamo a Siem Rap dopo aver perso l’aero da Singapore e siamo seduti comodamente alla reception dell’albergo, mentre ci massaggiano dolcemente i polpacci. Ci voleva proprio un po’ di relax. Alla sera usciamo e troviamo una capanna enorme con almeno una cinquantina di persone intente a vedere una telenovela italiana, tradotta in cambogiano da un’unica voce che interpreta tutti i personaggi, sia maschili che femminili, in un minuscolo televisore, tutti insieme appassionatamente a non perdersi nemmeno un’immagine. Non se ne accorgono neanche della nostra presenza.
Dopo ci fermiamo a rinfrescarci in un chiosco e dalla giungla spuntano delle bambine, spinte dalle proprie madri dal vuoto assoluto. Sono uscite così all’improvviso iniziando ad accarezzandoci il viso, le nostre braccia pelose e impazziscono per i peli delle ascelle. Poi su tutto il corpo fino a toccarci proprio lì, in mezzo alle gambe. Andiamo via subito e torniamo a dormire in albergo stremati dall’avventura singaporiana.
Il giorno dopo andiamo a vedere le rovine di Angkor Wat.
Wow che emozione incontrarsi con questi visi giganti, alberi millenari e le scimmie arrampicarcisi sopra saltando da un ramo all’altro ininterrottamente.
Alla sera chiacchiero con due ragazzi, uno è il custode della pagoda, dove vive. Con le loro moto ci portano in un locale a festeggiare e a bere, è chiaramente un “ciulodromo”. Ci sono tutte le ragazze con un numerino, una tristezza assoluta, le vedo tutte a far finta di sorridere, quando in realtà sono tristissime. Passo il microfono al mio autista e gli dico di sceglierne una... per lui. Tutto contento e incredulo se la spassa nella stanza con la sua preferita. Sono contento di averlo fatto felice.
Rimango da solo con lui e mi porta a cantare al Karaoke, tutto soddisfatto e pieno di gioia fino a tarda notte.
Il giorno seguente ci portano in una palafitta immersa nella giungla in una pace assoluta.
Tra la terra rossa, ci sono due ragazze, presumo le figlie, a lavare la soia. Vedo un uomo col bandana in testa e una donna con un due pezzi, una fascia al seno e una gonna lunga. L’uomo ha il classico machete a lavoro nell’orto, gli si avvicinano i nostri motociclisti e gli chiedono qualcosa. Lui contentissimo si dirige in mezzo alla giungla infinita e torna con una montagna di erba. La taglia col machete senza problema e inizia a caricare cilum e pipe artigianali, probabilmente fatte con le proprie mani. Noi sorpresi abbiamo iniziato a fumare e a conoscerci. Per lui, l’erba è tutto: la fumava, la beveva nel tè e se la mangiava persino. Sì avete capito bene, la cucinava. Un vero e proprio erbivoro!
Torniamo in città a tutta velocità per le strade sterrate, ad un tratto sento un tonfo fortissimo e davanti a me vedo il mio amico buttarsi giù dalla moto in corsa. Allucinato dall’erba aveva scambiato in lontananza due elefanti di cemento bianchi e azzurri per le luci della polizia. Assurdo, non ci posso credere che si è scaraventato in terra per niente. Mi avvicino subito a lui e gli chiedo subito se sta bene e cosa sia successo. Lo rincuoro facendogli vedere i due finti elefanti e ripartiamo.
La sera seguente il mio autista torna in albergo, figurati mi è venuto a prendere per contraccambiare il mio favore. Mi avvisano che mi cercava fin dal primo pomeriggio. Sono subito in sintonia con lui, salgo sulla moto e via ancora dentro la giungla. Mi porta a casa sua, tutta di legno, dalla sua famiglia che ha preparato la cena a base di serpente, con la sua carne bianca...buono. Una semplice e umile famiglia di cui non mi dimenticherò mai. Fuori dalla casa ci sono altre tre persone, con loro dopo continuiamo a bere gin, poi in nonchalance, il mio autista, tira fuori una scodella e inizia a stendere cinque strisce di eroina bianca…super relax.
Tutto questo perché gli ho offerto una zoccola e non vedeva l’ora di sdebitarsi.
Mamma mia che notte!
All’alba mi riporta a dormire in albergo e io gli offro il letto invece di dormire sul solito legno per terra in pagoda. Abbiamo dormito tutti fatti con i piedi ognuno in faccia all’altro, ma non potevo chiedere di meglio per entrare in contatto con la vita di strada cambogiana.

Marco L.T.

Tutti coloro che vogliono intervenire con un loro pensiero, argomento, articolo di viaggio e non, sono invitati calorosamente a farlo. Sarà pubblicato sul prossimo numero del Graffio del Viaggiatore.

Grazie mille


ilgraffiodelviaggiatore@gmail.com




                                               PROGETTI PER LA VITA


                                      Non fare progetti, cosicché non ti illudi.

                                                           Ivan Ske



                                     MUSICA PER CHI VUOLE VEDERE


                             https://www.youtube.com/watch?v=L2D4JyuoEXI

                                                               Marco L.T.



                                         RIFLESSIONE SULLA VITA

            Prima di pubblicare qualcosa e darla per certa, controllare prima tutte le fonti.

                                                               Ivan Ske




ANGOLO DELLA BATTUTA
Per dimenticarci di essere seri

Sai qual è il colmo del corona virus?
Infettare il principe di Monaco.

Ivan Ske




                                    VERSI LIBERI

                                      San Andres, Colombia.

                                     Sdraiato sulla spiaggia
                              vedo un aereo passarmi sul volto
                                non è proprio un’idea saggia
                                        ma mi piace molto.

                                                          Ivan Ske



                                                        I AM STILL FREE

                          I sogni e i progetti di chi non vuole smettere di correre...
                             Scriviamo e lasciamoci andare sempre e ovunque…


        Libero di pensare quant’è sicura la Colombia e quant’è amabile il suo Popolo.

                                                         Ivan Ske



                                             IL MURO

IL DOLORE PIÙ GRANDE PER UN VIANDANTE È TROVARSI DI FRONTE AD UN MURO AL DI LA DEL QUALE NON PUÒ ANDARE.

Il muro più grande è quando ti sbatti contro gli ottusi, con chi ha i paraocchi per i cavalli, è impossibile da scavalcarlo.

                                                           Ivan Ske




                                        IL VIAGGIO IMMAGINARIO

IL VIAGGIO IMMAGINARIO È QUELLO CHE HAI SEMPRE SOGNATO E CHE NON HAI MAI REALIZZATO ...
QUELLO CHE PRENDE FORMA DI NOTTE E AL RISVEGLIO SI DISSOLVE NELLA MENTE ...
MA IL VIAGGIO IMMAGINARIO È ANCHE QUELLO DENTRO NOI STESSI
SENZA DUBBIO IL VIAGGIO PIU PERICOLOSO ED AFFASCINANTE SI POSSA FARE ...
QUELLO CHE SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE QUALCOSA CHE NON VA IN TE ...

SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE STRADE NUOVE ... STRADE CHE PERCORRI CON CORAGGIO E TI CAMBIANO LA VITA ...

UN VIAGGIO CHE TI DA UNA FORZA MAI AVUTA PRIMA ... CHE APRE PORTE IMPOSSIBILI ...
SCONFIGGE ANTICHE PAURE ... E CI AIUTA A CAMBIARE ... A MIGLIORARE
LASCIAMOCI ANDARE AL NOSTRO VIAGGIO IMMAGINARIO ...

MA NON è BISOGNA VOLERLO!


https://www.youtube.com/watch?v=GdxUIZOzd5E&feature=share10


Il Viaggio Immaginario di Susy

IL VERBO

Viaggio con mio marito da sempre, visto che è un viaggio immaginario, sono sola, ma non ho paura perché mi piace la comunicazione con i locali, forse, anzi senza forse, viaggio solamente per i loro abitanti. 
Sono appena sbarcata a New Delhi, arrivo in albergo abbastanza stanca dal Viaggio.
Prima di andare a dormire, non riesco a dimenticarmi l’entrata di quel tempio qui vicino, che appena sono scesa dal taxi, mi è rimasta impressa nella mente, come se mi stesse chiamando. Ne ho visti diversi in tutti i miei viaggi in India, però non so perché mi ha colpito nel profondo del mio cuore. Una vocina nella testa mi dice di fargli visita prima di andare a dormire. Ok decido che andrò giù a dargli un’occhiata e a farmi benedire il Viaggio. All’ingresso c’è un devoto che mi soffia la polvere del mandala appena distrutto sull’orecchio sinistro, mi avvisa che è l’orecchio dell’ascolto e della conoscenza. Non ci faccio caso, è una cosa comune in India.
Alla mattina seguente sono pronta a conoscere gli indiani. Mi sveglio e mi sento un po' strana, non è il classico mal di testa, è una sensazione che non ho mai provato prima. Scendo a fare colazione e tutti i brusii intorno mi sembrano familiari, capto qualcosa che non riesco a definire bene. Mi arrivano le voci, come se capissi l’hindi, ma in un modo disturbato, confuso. Non riesco a capire cosa mi stia succedendo, mi siedo al tavolo e aspetto la gentilissima cameriera. In inglese mi chiede se preferisco il latte nel tè o solo col limone, rimango in silenzio senza rispondere perché un rumore mi distrae alla mia destra e appena mi volto il mio orecchio sinistro capisce benissimo le parole in Hindi della cameriera di fronte che sbotta qualcosa. Mi volto verso di lei sorpresa, ma non la capisco più. Mi sento attonita. Non riesco a credere a quello che sto pensando, ma non mi resta che provare ad ascoltarla con l’orecchio sinistro e la comprendo benissimo come se fossi madrelingua.
Mi si allarga un sorriso piano piano pieno di gioia, non so ancora se sto sognando o è la realtà. Corro in strada felice, ma non posso non ringraziare il caro devoto. Torno da lui e appena apro becco per ringraziarlo, mi avvisa che mi stava aspettando e mi soffia la polvere magica in bocca e da grazie mi esce fuori “dhanyavaad”. Oh mio Dio ora parlo Hindi.
Faccio un bel respiro e non vedo l’ora di buttarmi in città. Al mercato passeggio tra le bancarelle ascoltando tutte le contrattazioni, non ne voglio perderne neanche una, continuo a camminare fino a che non sento un venditore che vuole imbrogliare una turista, intervengo col mio fluido hindi e lo imbarazzo talmente tanto che gli concede il vero prezzo. Esco dal mercato e mi ritrovo al parco ad ascoltare delle dolci parole tra due giovani amanti… Mi viene in mente mio marito, quanto mi manca.
Mentre sono assolta nei miei pensieri, si avvicina una signora e mi invita a bere un tè. Finalmente posso chiederle tutte le cose che ho sempre voluto sapere sul suo Paese, su come vivono, confrontarci, sentir la sua storia, parlare anche delle cose più specifiche, più private, economiche, politiche, insomma... su tutto!
Wow l’India è più Sacra di quello che immaginavo.
Non vedo l’ora di tornare in Iran per poter finalmente comunicare con la mia famiglia “adottiva” iraniana. Sono tutti contenti che conosco il Farsi, ma mi accorgo che l’Iran è l’unico posto al mondo dove non c’è bisogno di saper la lingua, perché il suo popolo, i Persiani, parlano col cuore.





                                            COSE STRANE DAL MONDO
                                                                       LE FOTO DI IVAN SKE


             Pesce secco a seccare che non fa nessuna puzza sulla Maricarmen. Rio delle Amazzoni



ANGOLO DEI LIBRI
INVITO ALLA LETTURA

di Ivan Ske


ELIZABETH PISANI

INDONESIA
ECC.

VIAGGIO NELLA
NAZIONE
IMPROBABILE

...Ho comprato una mappa enorme dell’Indonesia, l’ho infilata nello zaino insieme agli orari dei traghetti con servizio passeggeri, mi sono lasciate alle spalle il frastuono e le comodità di Jakarta e sono partita per conoscere meglio il mio Uomo Sbagliato.





una grande energia sorridere
mangiare il mondo correre all’orizzonte
ruggire emozionarsi


Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di
agosto
e ricordatevi sempre di chiudere gli occhi e di non smettere mai di sognare ...


perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni ...

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